Il compositore Augusto Gorgia, uomo invidiosissimo, già al colmo della fama e dell’età, una sera, (passeggiare) da solo nel quartiere, (udire) un suono di pianoforte uscire da un grande casamento. Augusto Gorgia (fermarsi) . (Essere) una musica moderna però diversa dal tipo che (fare) lui o da quella che (fare) i colleghi; di simile non ne aveva mai sentita. Non si (potere) neppur dire, lì per lì, se (essere) seria o leggera; pur ricordando certe canzoni popolari per una sua trivialità, (contenere) un amaro sprezzo, e (sembrare) quasi che (scherzare) benché nel fondo si (avvertire) una convinzione appassionata. Ma soprattutto Gorgia (colpire) dal linguaggio, il quale (essere) libero dalle vecchie leggi armoniche, spesso stridulo e arrogante, e nello stesso tempo riusciva a una massima evidenza. La (caratterizzare) inoltre un bello slancio, giovanile levità, senza alcuna traccia di fatica. Ma ben presto il piano (tacere) e inutilmente Gorgia (continuare) a passeggiare nella via (aspettare) che (ricominciare) .(da Dino Buzzati, Il musicista invidioso)