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Polenta

La polenta è piatto antichissimo della cucina italiana. Originalmente è fatta macinando dei cereali e cotta a lungo in acqua.
Con la scoperta dell’America, però, questo piatto cambia completamente. Infatti di ritorno dal suo primo viaggio, Cristoforo Colombo porta dei semi di una pianta nuova, chiamata mahiz, che è oggi conosciuta come mais e questa diventa poi la base della polenta.
Questo mais, chiamato all’inizio granturco (forse nel senso di esotico), viene coltivato a Venezia già nel ‘500.
La polenta a base di mais diventa uno dei piatti più diffusi dell’intero nord Italia, specialmente nella pianura padana, soprattutto per il suo basso costo che permette a tutti di nutrirsi.
Questa diffusione, unita ad una scarsa varietà nell’alimentazione dei più poveri, porterà a molti casi di pellagra, una malattia che è stata una vera piaga nell’800.

Oggi questo piatto, molto comune al nord, è diffuso anche in molte altre zone e viene preparato e servito in tanti modi molto appetitosi!

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Comprensione del testo

  1. Qual è l’ingrediente principale della polenta?
    a) Riso.
    b) Farina di frumento.
    c) Mais.
    d) Orzo.
  2. Dove è stata coltivata per la prima volta la pianta di mais in Italia?
    a) Napoli.
    b) Milano.
    c) Venezia.
    d) Firenze.
  3. Perché la polenta a base di mais divenne così diffusa nel nord Italia?
    a) Perché era un piatto esotico e alla moda.
    b) Perché era una tradizione culinaria dell’antica Roma.
    c) Perché era un alimento economico e nutriente, accessibile ai più poveri.
    d) Perché era considerata un piatto di lusso.

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Riso

Il riso è una pianta che viene dall’Asia e in quelle zone è coltivata da circa 7000 anni e sarebbe arrivata in Grecia grazie ad Alessandro Magno. Quel che è certo è che tra i Romani e i Greci questo alimento non ha molto successo e così è per tutto il Medioevo.
In Italia viene introdotto nell’alimentazione dagli Arabi, in Sicilia, e da lì si diffonde verso il nord Italia dove viene molto apprezzato. Sappiamo che nel 1475 Gian Galeazzo Sforza, duca di Milano, regala un sacco di riso ai duchi di Ferrara dicendo che da quel sacco potevano ricavarne 12, con una buona coltivazione.

Quel che nasce nel nord Italia, però, non è semplicemente l’uso del riso come accompagnamento, così come avviene in molti paesi del mondo. In Italia nasce e si diffonde il risotto.
Cos’è il risotto? Il risotto è un primo piatto formato da un modo particolare di cucinare il riso.
Nel risotto il riso viene all’inizio tostato nella pentola con un po’ di grasso (olio o burro) e insaporito con un condimento. Successivamente viene aggiunto del brodo a piccole dosi per essere assorbito dai chicchi di riso. L’amido del riso, in questo modo, forma una gelatina e il risultato è un piatto cremoso.

Per il risotto sono nate, in Italia, anche delle qualità di riso particolari: il Vialone e il Carnaroli.
Oggi il riso è uno dei piatti principali della cucina italiana e l’Italia è il primo produttore europeo di riso.

Una considerazione a parte va fatta per l’arancino/arancina, che è una specialità tipica siciliana. In questo caso si tratta di una porzione di riso fatta a forma di pera, che viene impanata e fritta. Sarebbe nato già nel XII secolo, per essere facilmente trasportato.
Molto simile all’arancino è il supplì, di origine romana. In questo caso la polpetta di riso è sempre fatta con il ragù.

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Comprensione del testo

  1. Da quale continente proviene originariamente il riso?
    a) Europa.
    b) Africa.
    c) Asia.
    d) America.
  2. Qual è il metodo di cottura utilizzato per preparare il risotto?
    a) Bollitura.
    b) Frittura.
    c) Tostatura e cottura a fuoco lento con brodo.
    d) Marinatura.
  3. Quale delle seguenti non è una qualità di riso particolare nata in Italia per preparare il risotto?
    a) Arborio.
    b) Carnaroli.
    c) Vialone.
    d) Basmati.

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Pizza

E’ il piatto simbolo dell’Italia: la pizza. Il nome è di origine incerta (compare per la prima volta nel X secolo), forse ha una comune radice con la greca “pita”, ma di certo è un piatto antico: nata come focaccia di pane con diversi ingredienti di complemento, è sempre stata un cibo per i poveri, a causa della sua estrema semplicità. Con l’introduzione del pomodoro, venuto dalle Americhe, è aumentata la sua popolarità, tanto da diventare il piatto più diffuso a Napoli fin dal XVI secolo. La pizza, nelle forme e nei gusti che conosciamo oggi, si è delineata nel XIX secolo. Secondo la tradizione, in occasione di un viaggio a Napoli della regina Margherita di Savoia, nel 1889, il pizzaiolo Raffaele Esposito ha inventato la “pizza Margherita”, con i tre colori della bandiera italiana: verde (basilico), bianco (mozzarella) e rosso (pomodoro). E’ questa la pizza più popolare e diffusa e da quel momento è nata una tradizione che ha visto numerose varianti (tra cui il calzone), con i contributi dei sapori e delle specialità di ogni parte d’Italia. La pizza napoletana è quella più famosa, con i bordi alti e morbidi, ma altre tradizioni italiane hanno prodotto tipologie diverse: pizza sottile e croccante, pizza al taglio, pizza alla pala. Gli ingredienti sono gli stessi, ma la forma e la modalità di cottura conferiscono un sapore diverso alle varie pizze. Inoltre, negli ultimi anni, per venire incontro alle esigenze e ai palati più diversi, molte pizzerie stanno sperimentando impasti con farine integrali, al kamut e così via.

La pizza non è un piatto dietetico, ma non è nemmeno un piatto pericoloso per la salute (in alcuni paesi è classificata come “junk food”, perché contiene conservanti, grassi e sostanze non salutari, come margarina, burro, uova, zuccheri ecc., che non sono presenti nella pizza italiana). L’importante è cucinarla con gli ingredienti della ricetta originale: acquafarinalievitosalsa di pomodoro (non precotto né condito), mozzarella e olio extravergine di oliva. Una pizza margherita standard apporta circa 800 calorie, con molti carboidrati (secondo la tradizione mediterranea) e per questo per gli italiani (che la mangiano in media una o due volte a settimana) è considerata un “piatto unico”: quando si mangia la pizza non si prende altro. Anche se la tentazione di mangiarne due è sempre forte.

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Comprensione del testo

  1. Quale ingrediente è stato introdotto nella pizza per aumentarne la popolarità?
    a) Formaggio.
    b) Basilico.
    c) Pomodoro.
    d) Mozzarella.
  2. Come è stata descritta la pizza nel testo dal punto di vista dietetico?
    a) Più sana rispetto ad altri cibi.
    b) Un piatto pericoloso per la salute.
    c) Un cibo per i poveri.
    d) Non è un piatto dietetico, ma non è nemmeno un piatto pericoloso per la salute.
  3. Quale regione italiana è famosa per la produzione della pizza con i bordi alti e morbidi?
    a) Sicilia.
    b) Lombardia.
    c) Puglia.
    d) Campania.

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Cucina italiana

Si dice che la cucina sia lo specchio del paese e della cultura di questo paese. Niente di più vero se si pensa all’Italia. La cucina italiana si sviluppa nei secoli, fin dalle antichità romane, con influenze greche, arabe, bizantine e dal nuovo mondo.
Come per il paese, anche la cucina conosce tante e varie differenze regionali, pur mantenendo un linea comune, propria della dieta mediterranea.

La cucina italiana è una cucina semplice, spesso alcuni piatti richiedono meno di cinque ingredienti. Ma è anche una cucina equilibrata, che si affida alla qualità dei prodotti, più che alla quantità.

Le ricette più celebri, in Italia, sono state scritte dalle mamme e dalle nonne, non dai grandi chef, e questo rende la cucina italiana una cucina casalinga, facilmente riproducibile e riprodotta spesso anche all’estero, tanto da diventare la cucina più apprezzata al mondo.

Tanto è importante l’alimentazione che l’Italia ha organizzato un’Esposizione Universale (EXPO) proprio su questo tema a Milano, nel 2015.

I pasti

In Italia ci sono quattro tipi di pasti, ma non tutti hanno la stessa importanza.

Il primo pasto della giornata è la colazione, normalmente tra le 7 e le 10. La colazione italiana è esclusivamente dolce; in genere un caffè o un cappuccino, a volte con una spremuta, con biscotti, croissant o pane e marmellata.
E’ un pasto leggero, quindi in una giornata lavorativa viene seguito a metà mattina da uno spuntino, che può essere una merendina, dei biscotti o della frutta.

Il pranzo è uno dei due pasti principali, di solito tra le 12 e le 14. E’ in genere caldo ed è composto in teoria da quattro portate o piatti:

– Antipasti, un breve assaggio di formaggi o salumi per stimolare l’appetito
– Un primo piatto, a base di pasta, riso o minestra
– Un secondo piatto, o contorno, fatto di carne, pesce, uova o verdure
– Un dolce o della frutta
A questi piatti seguono di solito un caffè e un amaro, chiamato anche ammazzacaffè, perché diminuisce gli effetti della caffeina.
Un pasto così completo è consumato, ormai, solo di domenica e nei giorni festivi, mentre normalmente si mangia o un primo o un secondo piatto.

Il pomeriggio tra le quattro e le cinque, soprattutto per i bambini, c’è la merenda, un pasto leggero a base di dolce, pane e cioccolata o biscotti, con tè o latte.

Tra gli adulti, tra le sei e le sette, si è diffuso l’aperitivo, uno spuntino accompagnato da un cocktail dopo il lavoro e prima di cena.

La cena è l’altro pasto più importante della giornata e si svolge, normalmente, tra le sette e le nove. Lo schema è lo stesso del pranzo e anche in questo caso normalmente si mangia solo un primo o un secondo.

Gli orari cambiano molto in base al lavoro, ma, in genere, più si scende verso il sud e più si tende a mangiare più tardi.

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Comprensione del testo

  1. Qual è uno dei motivi per cui la cucina italiana è considerata una cucina casalinga facilmente riproducibile?
    a) È stata sviluppata dai grandi chef internazionali.
    b) Ha molte influenze straniere.
    c) Le ricette più celebri sono state scritte dalle mamme e dalle nonne.
    d) Si basa principalmente su piatti complessi.
  2. Quanti tipi di pasti ci sono in Italia?
    a) Due tipi di pasti.
    b) Tre tipi di pasti.
    c) Quattro tipi di pasti.
    d) Cinque tipi di pasti.
  3. Qual è uno degli orari tipici per la colazione in Italia?
    a) Tra le 5 e le 7 del mattino.
    b) Tra le 7 e le 10 del mattino.
    c) Tra le 12 e le 14 del pomeriggio.
    d) Tra le 18 e le 20 della sera.

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