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Ambaradam

A volte la cultura popolare precede quella accademica. Non da molti anni c’è piena coscienza (e ci sono studi documentati e approfonditi) dei crimini dei militari italiani in Etiopia, nel corso della guerra fascista del 1935-1936, occasione in cui furono sperimentate e utilizzate armi chimiche contro anche la popolazione civile: se la classe politica democratica ha preferito non aprire quella tragica pagina della storia italiana, gli studiosi hanno dovuto aspettare l’apertura degli archivi per poter fare luce.

Una delle battaglie decisive di quella guerra fu nel febbraio 1936 sul massiccio dell’Amba Aradam: l’esercito italiano vinse con molte perdite (800 militari) dopo dieci giorni di conflitto, ma i morti etiopi furono ancor di più: almeno 20 mila, tra militari e civili. A causare la strage furono i gas tossici, utilizzati non solo per vincere sul campo, ma anche per indurre gli etiopi a non ribellarsi all’esercito occupante all’indomani della fine del conflitto.

Tornati in patria, i militari italiani cominciarono a utilizzare l’espressione «come ad Amba Aradam» per indicare una situazione caotica. L’espressione ha avuto successo e col tempo, complice una pronuncia che risulta buffa alle orecchie di un italiano, la parola «ambaradam» si è trasformata in «caos divertente». Resta la curiosa storia di una parola che rimanda a una tragica vicenda, i cui confini si sono potuti spiegare soltanto molto tempo dopo.

Comprensione del testo

  1. In che periodo storico si sono verificati i crimini dei militari italiani in Etiopia menzionati nel testo?
    a) Prima guerra mondiale
    b) Seconda guerra mondiale
    c) Guerra fredda
    d) Guerra fascista del 1935-1936
  2. Qual è il significato contemporaneo dell’espressione “come ad Amba Aradam” o “ambaradam” in italiano?
    a) Un atto di ribellione
    b) Un periodo di grande prosperità
    c) Una situazione caotica o caos divertente
    d) Un rito tradizionale
  3. Quale fu la principale causa del numero elevato di morti etiopi durante la battaglia sul massiccio dell’Amba Aradam nel 1936?
    a) La fame
    b) Le malattie
    c) Il freddo
    d) L’uso di gas tossici

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Amarcord

“Amarcord”, nel suo contesto contemporaneo, è una parola radicata nel tessuto linguistico italiano che evoca una sensazione nostalgica, un lamento malinconico per momenti ormai svaniti nel tempo. Il termine viene impiegato per descrivere l’atto di riflettere su passati ricordi con un senso di dolce tristezza, una rievocazione di un tempo che non è più, ma che rimane ancora vivo nell’animo.

Tuttavia, le sue radici si immergono profondamente nel cuore del dialetto romagnolo, in particolare, l’espressione “a m’arcord”, che tradotto letteralmente significa “io mi ricordo”. L’originale connotazione del termine rimane ancorata all’atto di ricordare, ma nel suo viaggio dalla Romagna alla lingua nazionale, ha acquisito una sfumatura emotiva più ampia e intensa.

La transizione di “amarcord” nel mainstream linguistico italiano è attribuibile all’omonimo capolavoro cinematografico di Federico Fellini del 1973. L’opera filmica di Fellini, ambientata a Rimini, in un pittoresco borgo della costa adriatica durante gli anni ’30, non è solo un affresco della vita quotidiana di quel periodo, ma è anche un ritratto amoroso e nostalgico della città natale del regista.

Fellini utilizza “Amarcord” come un viaggio sentimentale, trasportando lo spettatore attraverso le strade di Rimini, tra i suoi personaggi pittoreschi, in una serie di episodi semi-autobiografici che svelano il microcosmo sociale e culturale dell’epoca. È attraverso questa cornice affettiva che Fellini invita lo spettatore a condividere la sua nostalgica reminiscenza, regalando al termine “amarcord” un’identità nazionale e una profondità emotiva unica. La parola “amarcord” diventa quindi non solo il titolo di un film, ma anche un simbolo di un’intera generazione e di un modo di vedere il passato attraverso lenti affettive e nostalgiche.

Comprensione del testo

  1. Cosa significa “Amarcord” nel contesto contemporaneo della lingua italiana?
    a) Un viaggio
    b) Un film
    c) Un lamento malinconico per momenti passati
    d) Una danza tradizionale
  2. Da dove proviene l’espressione “Amarcord”?
    a) Dalla lingua francese
    b) Dal dialetto romagnolo
    c) Dalla lingua inglese
    d) Dal dialetto siciliano
  3. Perché “Amarcord” è diventato popolare in tutta Italia?
    a) Perché è il nome di un famoso piatto della cucina italiana
    b) Perché è il titolo di un libro molto famoso
    c) Perché è il titolo di un film di Federico Fellini
    d) Perché è il nome di una famosa canzone

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Accise

Uno dei motivi per cui agli italiani non piace molto fare le guerre è che poi le pagano nei diversi decenni successivi. Infatti, il metodo più “facile” per raccogliere soldi utili a finanziare una guerra è l’aumento delle accise, che sono tasse dirette su un singolo prodotto di consumo, in particolare le accise sulla benzina. Tasse che poi non vengono più tolte quando la motivazione cessa di esistere: gli italiani stanno infatti ancora pagando la guerra d’Etiopia del 1935-36. L’altra idea dei governi è l’utilizzo delle accise per risolvere i danni e i problemi che nascono dalle tragedie nazionali, così che risulti impossibile lamentarsi dell’aumento delle tasse senza sembrare cinici cuori di pietra: che cosa sono infatti pochi centesimi di aumento di fronte alle sofferenze dei connazionali colpiti da un terremoto? Ecco le motivazioni dell’introduzione delle principali accise che ancora oggi si pagano su ogni litro di benzina:

1935Guerra d’Etiopia€ 0,001
1956Crisi di Suez€ 0,007
1963Tragedia del Vajont€ 0,005
1966Alluvione di Firenze€ 0,005
1968Terremoto nel Belice€ 0,005
1976Terremoto nel Friuli€ 0,051
1980Terremoto in Irpinia€ 0,039
1983Missione di pace in Libano€ 0,106
1996Missione di pace in Bosnia€ 0,011
2011Emergenza Libia€ 0,040
2011Alluvione in Toscana e Liguria€ 0,0089

Comprensione del testo

  1. Cosa sono le accise a cui si fa riferimento nel testo?
    a) Tasse dirette sui redditi delle persone
    b) Tasse sulle merci importate
    c) Tasse dirette su un singolo prodotto di consumo
    d) Tasse sulle proprietà immobiliari
  2. Qual è uno dei motivi per cui i governi utilizzano le accise?
    a) Per finanziare programmi sociali
    b) Per stimolare l’economia
    c) Per risolvere danni e problemi causati da tragedie nazionali
    d) Per aumentare il benessere della popolazione
  3. Perché gli italiani continuano a pagare la guerra d’Etiopia del 1935-36?
    a) Perché la guerra non è ancora finita
    b) Perché sono patriottici e vogliono contribuire al bene del Paese
    c) Perché il governo continua ad aumentare le tasse
    d) Perché le accise sulla benzina imposte all’epoca non sono state rimosse

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Eserciziario di base

Esercizio – Il coniglietto Mot

Inserisci l’articolo determinativo negli spazi. Attenzione alle maiuscole!

strano coniglietto di Nicolino si chiama Mot. Ha pelo biondo, bocca e naso sempre in movimento, occhi vispi, zampe grandi. Quando mangia insalata ha espressione felice, quando dorme sua testolina è beata sul cuscino. Quanto è bello coniglio di Nicolino!

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Eserciziario di base

Esercizio – Articoli determinativi

Scrivi l’articolo determinativo adatto.

1) regione
2) bambino
3) elefanti
4) oro
5) amica
6) tesi
7) taxi
8) specchio
9) ragazzi
10) ragazze
11) regalo
12) sera
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Esercizio – Articoli determinativi

Inserisci l’articolo corretto:

1 ) bicchiere
2 ) mare
3 ) caramelle
4 ) sangue
5 ) astuccio
6 ) problema
7 ) zaino
8 ) uccelli
9 ) mela
10 ) bar
11 ) foto
12 ) bambini
13 ) sport
14 ) amico
15 ) televisione
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Esercizio – Articoli determinativi

Inserisci l’articolo corretto:

1 ) libro
2 ) stadio
3 ) mano
4 ) sangue
5 ) albero
6 ) quaderni
7 ) penne
8 ) scarpe
9 ) stivali
10 ) oche
11 ) secchio
12 ) moka
13 ) sale
14 ) acqua
15 ) computer
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