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Lingua di Menelik

Tutti (o quasi) avranno avuto almeno una volta tra le mani la lingua di menelik, o menelicche. Che cos’è? È un giocattolo formato da un tubo di carta con all’interno un filo metallico: quando si soffia nel tubo questo si allunga di scatto e assomiglia ad una lingua.

Perché lingua di Menelik? C’è da sapere che il nome è legato a Menelik II, imperatore dell’Etiopia. Questo sovrano con la sua abilità diplomatica è riuscito ad ottenere l’aiuto italiano per prendere il potere. Subito dopo la sua ascesa, nel 1889, firma un accordo con l’Italia in due lingue: in italiano e in amarico.
Solo che gli accordi non sono esattamente uguali. Nella versione italiana si dice che l’Etiopia riconosce l’Italia come paese protettore mentre nella versione in amarico si parla dell’Italia solo come rappresentate diplomatico.

Per questa accusa di avere una lingua in grado di cambiare completamente forma, in epoca coloniale viene dato il suo nome a questo giocattolo che ancora oggi si chiama così.

Comprensione del testo

  1. Cosa rappresenta la “lingua di Menelik”?
    a) Un giocattolo formato da un tubo di carta con all’interno un filo metallico
    b) Un piatto tradizionale etiope
    c) Una lingua parlata nell’antica Etiopia
    d) Un rito cerimoniale dell’imperatore Menelik II
  2. Chi era Menelik II?
    a) Un famoso scrittore italiano
    b) Un sovrano dell’Impero Romano
    c) L’imperatore dell’Etiopia
    d) Un noto compositore di musica classica
  3. Perché il giocattolo “lingua di Menelik” è stato chiamato così durante l’epoca coloniale?
    a) Perché era molto popolare tra i bambini etiopi
    b) Perché il giocattolo veniva esportato in Italia
    c) Perché l’Etiopia era una colonia italiana
    d) Perché si credeva che la lingua di Menelik II potesse cambiare forma

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Jeans

Non molti sanno che i blue jeans sono legati all’Italia, come dimostra il nome. Blue jeans infatti è la storpiatura in inglese dell’espressione “Blu di Genova” con cui veniva indicato il particolare tessuto che veniva utilizzato per coprire le merci sulle navi. In seguito questo tessuto è stato indossato dagli stessi marinai perché resistente alle intemperie.
Il termine in lingua inglese è attestato fin dal 1567. Va aggiunto che questo tessuto veniva fabbricato nella città francese di Nimes, da qui il nome Denim, anch’esso famoso.
Lo stesso Giuseppe Garibaldi indossava un paio di “genovesi” nel momento del suo sbarco a Marsala con i Mille e oggi questi pantaloni sono conservati nel museo del Risorgimento a Roma.
La grande diffusione e il successo dei jeans è dovuto però agli statunitensi. Infatti è stato Levi Strauss a creare dei jeans denim con cinque tasche e venderli soprattutto ai cercatori d’oro. E se all’inizio il jeans è per lo più un abito da lavoro, dopo la Seconda Guerra Mondiale, grazie al cinema e al rock’n’roll, l’indumento diventa il simbolo della ribellione giovanile fino a diventare oggetto di interesse per le stesse maison della moda.

Comprensione del testo

  1. Qual è l’origine del termine “blue jeans”?
    a) Deriva dall’espressione inglese “Blue Genova”
    b) Proviene dal francese “Blu di Nimes”
    c) Viene da un termine inglese per indicare il colore blu
    d) È una storpiatura dell’espressione “Genova Blu”
  2. Dove veniva fabbricato il tessuto “Denim” utilizzato per i blue jeans?
    a) A Genova, Italia
    b) A Marsala, Italia
    c) A Nimes, Francia
    d) A Roma, Italia
  3. Chi ha creato i jeans denim con cinque tasche e li ha venduti ai cercatori d’oro?
    a) Giuseppe Garibaldi
    b) Marinai italiani
    c) Levi Strauss
    d) I marinai francesi

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Giorni della merla

Secondo la tradizione, i “giorni della merla” (29, 30 e 31 gennaio) sarebbero i tre giorni più freddi dell’anno. Inoltre, se in questi giorni viene rispettata la tradizione che li vuole molto freddi, allora la primavera sarà bella. Ma se i “giorni della merla” sono caldi, la primavera arriverà in ritardo.

Il nome deriva da una leggenda, secondo cui una merla, uccello che un tempo aveva le piume bianche come la neve, per proteggersi dal freddo portò i suoi piccoli dentro un comignolo, da cui sarebbe uscita tre giorni dopo con un manto di color nero, a causa della fuliggine. Da allora i merli hanno le piume nere.

Comprensione del testo

  1. Quali sono i “giorni della merla” secondo la tradizione?
    a) 1, 2 e 3 gennaio
    b) 29, 30 e 31 gennaio
    c) 15, 16 e 17 gennaio
    d) 10, 11 e 12 gennaio
  2. Cosa dice la tradizione riguardo ai “giorni della merla” e la primavera?
    a) Se i giorni sono caldi, la primavera sarà bella
    b) Se i giorni sono caldi, la primavera arriverà in ritardo
    c) I giorni della merla non hanno alcuna influenza sulla primavera
    d) I giorni della merla sono i più caldi dell’anno
  3. Come è cambiato il colore delle piume della merla secondo la leggenda?
    a) Da bianche a nere
    b) Da nere a bianche
    c) Da grigie a nere
    d) Da bianche a blu

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Fiera degli Oh bej! Oh bej!

La Fiera degli Oh bej! Oh bej! è la tradizionale fiera natalizia milanese. Si tiene nei giorni intorno alla celebrazione di S. Ambrogio (7 dicembre), patrono della città, ed è molto frequentata da milanesi e da turisti, in cerca di dolciumi, oggetti d’antiquariato e d’artigianato, giocattoli.
Il suo nome è un’espressione di gioia dialettale dei bambini che, nel 1510, intorno alla festività di S. Ambrogio, accolsero nella città Giannetto Castiglioni, inviato di Papa Pio IV. Egli, per ingraziarsi la città che in quel periodo era piuttosto fredda nei confronti del Papa (ma accesamente devota al suo santo patrono), decise di entrare a Milano portando con sé dolci e regali per i bambini, le cui grida “Oh bej! Oh bej!” (“oh belli, oh belli”) rimasero così impresse da dare il nome alla ricorrenza annuale. Tra i prodotti che fin da subito si cominciarono a vendere alla fiera, ci sono i ‘firon’, caldarroste infilate in lunghi fili, il castagnaccio, la mostarda, le bambole di pezza, vestiti.
All’inizio la manifestazione si svolgeva in Piazza Mercanti, accanto a Piazza Duomo, nel 1886 è stata spostata intorno alla Basilica di S. Ambrogio. Nel 2006, a causa dell’eccessiva quantità di persone che la frequentano, la Fiera degli Oh bej! Oh bej! è stata trasferita intorno al Castello Sforzesco.

Comprensione del testo

  1. Quando si tiene la Fiera degli Oh bej! Oh bej! a Milano?
    a) Il 25 dicembre
    b) Il 7 dicembre
    c) Il 1° gennaio
    d) Il 15 dicembre
  2. Qual è l’origine del nome “Oh bej! Oh bej!” della fiera?
    a) Deriva dal nome del patrono della città
    b) È una traduzione del nome dell’inviato del Papa
    c) È un’espressione dialettale dei bambini
    d) È un termine antico per “fiera natalizia”
  3. Dove si svolgeva la fiera inizialmente prima del 1886?
    a) Intorno alla Basilica di S. Ambrogio
    b) In Piazza Duomo
    c) In Piazza Mercanti
    d) Intorno al Castello Sforzesco

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Festival di Sanremo

Dopo la seconda guerra mondiale, l’Italia cerca di trovare una sua normalità. La lingua italiana resta ancora una lingua di poche persone, perché, anche se è passato quasi un secolo dall’unificazione, la maggior parte degli italiani parla dialetto.

In questo scenario, con la città di Sanremo ancora in ricostruzione, il direttore del Casinò di Sanremo, Pier Bussetti, e Giulio Razzi della Rai, decidono di creare un Festival della Canzone italiana: è il 1951.
Il Festival viene trasmesso per radio, per poi diventare dal 1955 un fenomeno televisivo. Dal 1976 si trasferisce dal Teatro del Casinò al Teatro Ariston, dove si celebra ancora oggi.

Nel corso degli anni, il Festival di Sanremo ha visto la partecipazione di un gran numero di cantanti: più di 1.500 esibizioni da parte di artisti, con più di 600 canzoni presentate in competizione. Molti cantanti famosi come Domenico Modugno, Lucio Dalla, Laura Pausini e Eros Ramazzotti hanno partecipato al festival all’inizio della loro carriera e il festival ha dato loro una significativa esposizione nazionale.

Negli anni ’50 e ’60, il Festival era visto da circa il 70-80% della popolazione televisiva italiana, una cifra impressionante. Con l’avvento di altri mezzi di intrattenimento e la diversificazione della musica popolare, la quota di ascolto è diminuita, ma rimane un evento importante nel calendario culturale italiano. Nel 2020, per esempio, la finale del Festival è stata vista da una media di 11,4 milioni di spettatori, con un picco di 14,8 milioni di spettatori.

In termini di generi musicali, il Festival di Sanremo ha rappresentato un ampio spettro della musica italiana, dal pop al rock, dalla musica leggera all’opera popolare. Questa diversità ha contribuito a far conoscere la varietà della musica italiana al pubblico nazionale e internazionale.

Il festival è anche un importante evento per l’industria musicale italiana. Molte case discografiche utilizzano il Festival come piattaforma di lancio per nuovi artisti e canzoni. Le vendite di album e singoli spesso aumentano notevolmente dopo la partecipazione al festival. Un esempio è il brano “Non mi avete fatto niente” di Ermal Meta e Fabrizio Moro, che dopo aver vinto il Festival nel 2018 ha venduto più di 50.000 copie, diventando un successo commerciale.

Comprensione del testo

  1. Quando è iniziato il Festival della Canzone italiana a Sanremo?
    a) Nel 1951
    b) Nel 1976
    c) Nel 1955
    d) Nel 2020
  2. Qual è la principale sede del Festival di Sanremo dal 1976 fino ad oggi?
    a) Teatro del Casinò
    b) Teatro Ariston
    c) Rai
    d) Teatro Comunale di Sanremo
  3. Come è cambiata l’audience televisiva del Festival di Sanremo nel corso degli anni?
    a) È aumentata costantemente
    b) È rimasta stabile
    c) È diminuita
    d) Non ci sono dati disponibili nel testo

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Estate di San Martino

Secondo la tradizione, i giorni di novembre in cui, nonostante l’autunno inoltrato, il clima diventa più mite si chiamano “estate di San Martino”.
Martino da Tours è nato in Pannonia (oggi Ungheria), nel IV secolo e si è poi trasferito da ragazzo a Pavia. Ha intrapreso la carriera militare e per questo è stato inviato in Gallia. Qui è avvenuto un episodio che lo ha trasformato: incontrato un mendicante infreddolito, Martino ha tagliato metà del suo mantello e gliel’ha donato. Quella notte gli è apparso Gesù in sogno: infatti Cristo, in un celebre discorso raccontato da Matteo (25, 31-46), ricorda che è dovere di tutti i cristiani aiutare chi è povero e in difficoltà, perché chi veste un povero veste Gesù stesso. Dopo questo episodio, Martino ha chiesto il battesimo e ha iniziato a condurre vita da monaco, diventando presto anche vescovo di Tours.
La tradizione popolare dice che, quando Martino ha regalato il mantello, il cielo si è schiarito ed è tornato il sole. Da qui nasce l’espressione “estate di San Martino”.

Comprensione del testo

  1. Chi è San Martino da Tours?
    a) Un soldato dell’antica Roma
    b) Un mendicante infreddolito
    c) Un monaco e vescovo
    d) Un re di Francia
  2. Cosa ha fatto San Martino da Tours che è legato all’espressione “estate di San Martino”?
    a) Ha tagliato metà del suo mantello per aiutare un mendicante
    b) Ha avuto un sogno in cui appariva Gesù
    c) È nato in Ungheria nel IV secolo
    d) Ha intrapreso la carriera militare
  3. Perché, secondo la credenza popolare, il clima diventa più mite nei giorni di novembre chiamati “estate di San Martino”?
    a) A causa dell’arrivo dell’autunno
    b) A causa della tradizione popolare
    c) Perché San Martino ha regalato il suo mantello
    d) Perché il cielo si è schiarito dopo l’episodio con il mendicante

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Esodo e controesodo

Il termine “esodo”, nella sua accezione più ampia, si riferisce a un movimento migratorio di grandi proporzioni. Questa parola ha origini bibliche e si riferisce all’episodio in cui il popolo ebraico, guidato da Mosè, lasciò l’Egitto per fuggire dalla schiavitù. Nel linguaggio giornalistico contemporaneo l’espressione “esodo” viene spesso utilizzata per descrivere le partenze di massa durante periodi festivi o vacanzieri, come l’esodo estivo o l’esodo pasquale.

Il termine “controesodo”, invece, indica il movimento inverso, ovvero il ritorno dei vacanzieri ai loro luoghi di residenza dopo le vacanze. Questo termine solitamente descrive la fine del periodo di vacanza, quando un gran numero di persone rientra, spesso contemporaneamente, nelle città.

Per evitare di rimanere imbottigliati, bloccati, nel traffico, molti italiani ricorrono alle cosiddette “partenze intelligenti”. questo è un concetto che si riferisce alla pianificazione strategica delle partenze per evitare il traffico o le congestioni tipiche degli esodi di massa. Una partenza intelligente può implicare, per esempio, evitare le ore di punta, scegliere percorsi alternativi meno trafficati, o addirittura partire in giorni diversi rispetto alla maggior parte delle persone. L’obiettivo di una partenza intelligente è rendere il viaggio più piacevole e meno stressante, riducendo il tempo trascorso in coda nel traffico. Inoltre, partenze intelligenti possono contribuire a ridurre l’impatto ambientale dei viaggi, dato che i veicoli che restano fermi nel traffico consumano più carburante e producono più emissioni rispetto a quando sono in movimento.

Recentemente, inoltre, i giornalisti hanno cominciato a utilizzare la parola “esodato”. Tale termine, tuttavia, ha un significato specifico nel contesto socio-economico. È stato utilizzato in Italia per indicare coloro che si trovano in una situazione di precarietà a causa di cambiamenti nelle leggi sulle pensioni. Queste persone hanno lasciato il mondo del lavoro, spesso per raggiungimento dell’età pensionabile o a causa di ristrutturazioni aziendali, ma a causa di modifiche legislative, si trovano in una sorta di limbo, in quanto non possono ancora percepire la pensione.

Comprensione del testo

  1. Qual è il significato originario del termine “esodo”?
    a) Si riferisce a un movimento migratorio di grandi proporzioni
    b) Indica il ritorno dei vacanzieri dopo le vacanze
    c) Descrive le partenze di massa durante periodi festivi
    d) Indica una situazione di precarietà socio-economica
  2. Cosa indica il termine “controesodo”?
    a) Il movimento migratorio di grandi proporzioni
    b) Il ritorno dei vacanzieri ai loro luoghi di residenza dopo le vacanze
    c) Le partenze di massa durante periodi festivi
    d) Una situazione di precarietà a causa di cambiamenti nelle leggi sulle pensioni
  3. Cosa si intende per “partenze intelligenti”?
    a) Le partenze di massa durante periodi festivi
    b) Il movimento inverso dei vacanzieri dopo le vacanze
    c) La pianificazione strategica delle partenze per evitare il traffico
    d) Una situazione di precarietà a causa di cambiamenti nelle leggi sulle pensioni

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Dieta mediterranea

Nel paesaggio mondiale della nutrizione, la Dieta Mediterranea emerge come un faro di salubrità e gusto. Originaria dei paesi che circondano il Mar Mediterraneo, questa dieta è stata riconosciuta come una delle più sane esistenti, un titolo che si è guadagnata grazie agli studi del ricercatore americano Ancel Keys.

L’Italia, con la sua estesa linea costiera sul Mar Mediterraneo, è da sempre stato un fiero bastione di questa dieta. Il modello alimentare italiano, che si riflette in gran parte nella dieta mediterranea, ha contribuito a far sì che il paese goda di una bassa percentuale di obesità, di una grande speranza di vita e di una percentuale minore di disturbi cardiovascolari. Tutto questo conferma il legame tra la qualità dell’alimentazione e la salute.

La Dieta Mediterranea non è solo un modello nutrizionale, è uno stile di vita che incorpora l’attività fisica regolare, il consumo moderato di vino e l’importanza delle interazioni sociali durante i pasti. È un equilibrio di ingredienti freschi, locali e di stagione, complementari tra loro per creare piatti nutritivi e gustosi.

Per avere un quadro più preciso di cosa consista la dieta mediterranea, possiamo immaginarla come una piramide. Alla base, troviamo gli alimenti che dovrebbero essere consumati quotidianamente in quantità maggiore: frutta, verdura, cereali integrali, olio d’oliva e noci. Questi alimenti forniscono un’abbondanza di fibre, proteine vegetali, vitamine e grassi monoinsaturi.

Salendo la piramide, incontriamo i prodotti da consumarsi in quantità moderate, come il pesce, le uova e i latticini come yogurt e formaggio. Questi cibi offrono proteine di alta qualità, Omega-3 e calcio.

Infine, in cima alla piramide, ci sono gli alimenti da consumare più raramente, come carni rosse, dolci e cibi ad alto contenuto di zucchero. Anche se questi alimenti possono essere deliziosi, il loro consumo eccessivo può portare a problemi di salute se non equilibrato da una dieta complessivamente sana.

Comprensione del testo

  1. La Dieta Mediterranea è stata riconosciuta come una delle diete più sane grazie agli studi condotti da quale ricercatore americano?
    a) Giuseppe Verdi
    b) Ancel Keys
    c) Leonardo da Vinci
    d) Marco Polo
  2. Quali elementi fanno parte dello stile di vita della Dieta Mediterranea, oltre al modello nutrizionale?
    a) Attività fisica regolare, consumo moderato di vino e interazioni sociali durante i pasti
    b) Consumo esclusivo di cibi locali e di stagione
    c) Eliminazione totale delle carni rosse
    d) Dieta vegana
  3. Cosa troviamo alla base della piramide della Dieta Mediterranea?
    a) Carne rossa, dolci e cibi ad alto contenuto di zucchero
    b) Frutta, verdura, cereali integrali, olio d’oliva e noci
    c) Pesce, uova e latticini
    d) Bevande gassate e alcolici

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Le maschere italiane

La maschera ha sempre caratterizzato il costume degli attori. Molte volte è stata usata per mettere in risalto la personalità di un personaggio in scena.
Con la commedia dell’arte, in Italia hanno avuto molto successo alcune maschere che esprimevano le virtù e i difetti delle persone, fino ad essere dei veri e propri rappresentanti, a volte, dell’immagine di alcune città italiane.
Ecco alcune delle maschere più famose in Italia:

Arlecchino: è intelligente, fa scherzi a tutti, ha sempre fame. E’ il servo semplice e sincero. La sua città è Bergamo.

Balanzone: sa tutto e parla di tutto. Quando parla è molto pesante, usa molte frasi in latino e la filosofia per fare discorsi senza logica. E’ l’immagine del laureato pedante. Per questo è la maschera che è legata a Bologna, che si considerava la capitale della cultura.

Capitan Spaventa: viene da Genova. E’ un soldato sognatore, colto e giusto.

Gianduia: è, ovviamente, la maschera di Torino e da lui arriva il nome del cioccolato gianduiotto. E’ un cavaliere, ha coraggio, adora mangiare bene e il buon vino. Del vino conosce tutto. E’ anche intelligente e furbo.

Meneghino: è la maschera di Milano. E’ la immagine del servo rozzo però onesto, che vuole rimanere libero. Non abbandona il suo popolo quando deve lottare ed è sempre disposto a criticare gli aristocratici.

Pantalone: è un vecchio e ricco commerciante di Venezia. E’ molto taccagno.

Colombina: anche lei è di Venezia ed è la fidanzata di Arlecchino, anche se lui vuole evitare il matrimonio. E’ una serva intelligente e maliziosa. Bravissima a risolvere i danni che provoca Arlecchino.

Pierrot: il suo nome è il francesismo della maschera Pedrolino. E’ la immagine del servo pigro anche se intelligente. Critica i padroni e a volte fa il contrario di quello che chiedono, quando crede che sbaglino. E? anche l’immagine dell’uomo innamorato e malinconico. E’ molto pallido e sul suo viso c’è sempre una lacrima.

Pulcinella: è la maschera di Napoli. E’ anche l’immagine del napoletano: anche se ha molti problemi ha sempre un sorriso. E’ anche il servo povero che dice la verità ai padroni, però ridendo, cosicché non si capisca la gravità di quel che dice. Ha la gobba e il naso grande.

Rugantino: è quello che dice che è meglio perdere un amico che una buona risposta. E’ un uomo buono, molto furbo però a volte pigro. Rappresenta la Roma popolare, piena di sentimenti di solidarietà e giustizia.

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Glossario – L’Opera lirica

L’Opera è un mondo particolare con termini specifici e questa breve raccolta cerca di illustrarcelo semplicemente.

Argomento: la trama dell’Opera

Aria: melodia vocale o strumentale che viene interpretata dalle voci più importanti con o senza accompagnamento. L’aria rappresenta il momento in cui l’azione si ferma e il personaggio esprime i propri sentimenti. E’uno dei momenti principali dell’opera.

Baritono: voce maschile medio-grave, spesso associata al personaggio negativo.

Basso: voce maschile profonda, spesso associata a ruoli di uomini saggi o anziani.

Bel canto: il bel canto è uno stile canoro ricco che richiede un grande talento vocale e una solida tecnica.

Coloratura: melodia molto elaborata interpretata dai soprano o mezzosoprano femminili o maschili.

Contralto: voce femminile profonda e drammatica, spesso associata a ruoli di donne anziane o streghe.

Controtenore (soprano o alto maschile): voce maschile che utilizza la tecnica vocale del falsetto.

Copione: testo del lavoro teatrale da cui vengono tratte le parti da recitare.

Direttore di scena: il responsabile di quanto avviene durante l’esecuzione dello spettacolo.

Direttore d’orchestra: il responsabile dell’orchestra, chiamato anche maestro.

Finale: ultima parte di un atto o di un’opera lirica che di solito viene cantato insieme dai personaggi principali.

Leitmotiv: tema musicale che ritorna all’interno della stessa Opera. Questo tema è associato ad un’idea o stato d’animo di un personaggio.

Librettista: autore del libretto.

Libretto: testo di un’opera lirica.

Maestro: musicista di professione, diplomato al conservatorio. Spesso identifica il direttore d’orchestra.

Mezzosoprano: voce femminile più grave e più calda del soprano, interpreta solitamente personaggi secondari.

Opera (lirica): opera drammatica messa in musica e cantata.

Opera comica: opera che comprende dialoghi parlati (in francese: péra comique; in tedesco: Singspiel, in inglese: ballad opera). L’argomento può essere drammatico.

Operetta: “piccola opera” con un argomento sempre leggero, alterna dialoghi parlati, canti e danze.

Ouverture o Preludio: brano musicale che apre l’opera.

Prima Donna: la cantante lirica che interpreta i ruoli principali.

Recitativo: frasi cantate liberamente in un tono più vicino al parlato che al cantato. E’ usato soprattutto per portare avanti la trama.

Registro: indica la totalità delle note che un cantante può raggiungere, dalla più alta alla più grave.

Soprano: voce femminile più alta, è quella dei grandi ruoli di repertorio.

Tenore: voce più acuta tra le voci di petto maschili e forse la più famosa dell’opera lirica.

Tessitura: indica l’estensione delle note che un cantante può facilmente raggiungere.

Vedi anche: