Luca mangia la (articolo) mela (nome). Francesca legge un (articolo) libro (nome).
Generalmente gli articoli vanno prima di un nome e hanno lo stesso genere e numero del nome:
Accendo una (articolo singolare femminile) candela (nome singolare femminile). Prendo le (articolo plurale femminile) matite (nome plurale femminile).
In italiano esistono due tipi di articoli: determinativi e indeterminativi.
Articolo determinativo Gli articoli determinativi si usano prima di un nome che si conosce. Mangio la torta di Maria (conosciamo quale torta). Il cane corre veloce (conosciamo quale cane). Ci sono due articoli determinativi maschili: il e lo. Il plurale di il è i e il plurale di lo è gli. L’articolo il si usa con i nomi maschili che iniziano con consonante: il bicchiere (i bicchieri), il libro (i libri), il cuoco (i cuochi)L’articolo lo si usa con i nomi maschili che iniziano con: – vocale (però perde -o e diventa l’) → l’amico (gli amici), l’albero (gli alberi) – s + consonante → lo sport (gli sport), lo studente (gli studenti) – p + s , p + n → lo psicologo (gli psicologi), lo pneumatico (gli pneumatici) – g + n → lo gnomo (gli gnomi), lo gnocco (gli gnocchi) – z → lo zucchero (gli zuccheri), lo zaino (gli zaini) – y → lo yoga (-), lo yogurt (gli yogurt)L’articolo determinativo femminile è la. Il plurale di la è le: la mamma (le mamme), la palla (le palle), la ragazza (le ragazze) L’articolo la diventa l’ prima di nomi singolari femminili che cominciano con vocale: l’amica (le amiche), l’arte (le arti)
Articolo indeterminativo Gli articoli indeterminativi si usano quando si parla di un’informazione nuova o di qualcosa che non è specificata: Guardo un film Mangio un panino Ci sono due articoli determinativi maschili: un e uno L’articolo un si usa con i nomi maschili che iniziano con: – vocale → un amico, un albero – consonante → un telefono, un libro L’articolo uno si usa con i nomi maschili che iniziano con: – s + consonante → uno sport, uno studente – p + s, p + n → uno psicologo, uno pneumatico – g + n → uno gnomo, uno gnocco – z → uno zaino – y → uno yogurt C’è solo un articolo indeterminativo femminile: una una strada, una casa, una zanzara L’articolo una diventa un’ prima di nomi femminili che cominciano con vocale: un’amica, un’ora
Come si fanno i plurali dei nomi? Ecco un elenco abbastanza completo sulle regole. Ovviamente le prime regole sono quelle più importanti.
I nomi maschili che finiscono in -a al plurale finiscono in -i – problema/problemi – tema/temi I nomi femminili che finiscono in -a al plurale finiscono in -e – palla/palle – casa/case I nomi che finiscono in -o al plurale finiscono in -i – mano/mani – libro/libri I nomi che finiscono in -e al plurare finiscono in -i – mare/mari – cane/cani I nomi che finiscono in -i anche al plurale finiscono in -i – crisi/crisi – analisi/analisi I nomi che finiscono con una lettera accentata al plurale non cambiano – città/città – caffè/caffè
I nomi maschili che finiscono in -a al plurale finiscono in -i – problema/problemi – tema/temi
I nomi femminili che finiscono in -a al plurale finiscono in -e – palla/palle – casa/case
I nomi che finiscono in -o al plurale finiscono in -i – mano/mani – libro/libri
I nomi che finiscono in -e al plurare finiscono in -i – mare/mari – cane/cani
I nomi che finiscono in -i anche al plurale finiscono in -i – crisi/crisi – analisi/analisi
I nomi che finiscono con una lettera accentata al plurale non cambiano – città/città – caffè/caffè
I nomi che hanno una sola sillaba al plurale non cambiano – re/re – gru/gru
I nomi maschili che finiscono in -ca / -ga al plurale finiscono in -chi / -ghi – collega/colleghi – monarca/monarchi
I nomi femminili che finiscono in -ca / -ga al plurale finiscono in -che / -ghe – amica/amiche – banca/banche
I nomi femminili in ia (con la i forte) al plurale finiscono in ie (con la i forte) – farmacia/farmacie – pulizia/pulizie
I nomi femminili che finiscono in -cia / -gia e sono precedute da vocale al plurale finiscono in -cie / -gie – ciliegia/ciliegie – camicia/camicie
I nomi femminili che finiscono in -cia / -gia e sono precedute da consonante al plurale finiscono in -ce / ge – provincia/province – goccia/gocce
I nomi che finiscono in -io (con la i forte) al plurale finiscono con -ii – rinvio/rinvii – zio/zii
I nomi che finiscono in -io (con la i debole) al plurale finiscono con -i – omicidio/omicidi – bacio/baci
I nomi che finiscono in -co / -go (se hanno l’accento sulla penultima) spesso al plurale finiscono in -chi / -ghi – ago/aghi – fuoco/fuochi
I nomi che finiscono in -co / -go (se hanno l’accento sulla terzultima) spesso al plurale finiscono in -ci / -gi – medico/medici – monaco/monaci
Queste ultime due regole (in -co / -go) non sono delle vere regole ma dicono l’uso più comune. Ci sono infatti molte eccezioni: – amico/amici, greco/greci, nemico/nemici, porco/porci – carico/carichi, obbligo/obblighi, pizzico/pizzichi, incarico/incarichi
I nomi che finiscono in -logo (se sono cose) al plurale finiscono in -loghi – dialogo/dialoghi – monologo/monologhi
I nomi che finiscono in -logo (se sono persone) al plurale finisconi in -logi – psicologo/psicologi – teologo/teologi
Anche queste ultime due regole non sono vere regole ma dicono l’uso più comune. E’ possibile trovare nei testi anche forme diverse. – psicologo/psicologhi, antropologo/antropologhi – sarcofago/sarcofagi E’ meglio comunque seguire queste regole quando si scrive e si parla.
In italiano ci sono poi molti plurali irregolari che non seguono nessuna regola: – uomo/uomini, uovo/uova, dio/dèi, paio/paia, braccio/braccia, migliaio/migliaia
In italiano ci sono solo due generi per i nomi: maschile e femminile. Ci sono tre gruppi principali di nomi:
– Maschili in -o: capello, vetro ecc… – Femminili in -a: casa, mela ecc… – Maschili e femminili in -e: il cane, la pelle ecc…
Oltre a questi tre gruppi abbiamo alcune eccezioni:
– Maschili e femminili che finiscono con una vocale accentata: il caffè, la città ecc… – Nomi abbreviati: la foto(-grafia), la moto(-cicletta) ecc… – Nomi che finiscono con una consonante: il bar, lo sport, l’email ecc… – Nomi maschili che finiscono in -a: il problema, il tema ecc… – Nomi femminili che finiscono in -o: la mano, l’eco ecc…
Ci sono anche gruppi di nomi che hanno il maschile e il femminile:
– Nomi in -ista: il turista, la turista; il il dentista, la dentista ecc… – Alcuni nomi in -a: il collega, la collega; lo psichiatra, la psichiatra ecc… – Alcuni nomi in -e: il nipote, la nipote; il cantante la cantante ecc…
Alcuni nomi possono avere maschile e femminile:
– Nomi in -tore hanno il femminile con -trice: il direttore, la direttrice, l’attore, l’attrice ecc… – Alcuni nomi formano il femminile in -essa: lo studente, la studentessa; il professore, la professoressa ecc… – Alcuni nomi sono completamente irregolari: uomo, donna; dio, dea ecc… – Alcuni nomi hanno il maschile al singolare e il femminile al plurale: l’uovo, le uova; il dito, le dita ecc…
E’ importante la geografia per dire come si scrive una parola? In Italia sì. Quante volte capita di non sentire o non capire bene una parola? Quando succede in Italia gli italiani spesso chiedono: come si scrive? Quando si risponde, però, non si accontentano delle lettere ma vogliono anche sapere la città associata. In alcuni centralini possono anche dire solo le città senza dire le lettere. Questo alfabeto si chiama anche alfabeto telefonico. Ecco quindi un elenco utile:
A – Ancona B – Bari / Bologna C – Como D – Domodossola E – Empoli F – Firenze G – Genova H – hotel (o acca) I – Imola L – Livorno M – Milano N – Napoli O – Otranto P – Palermo Q – Quarto R – Roma S – Savona T – Torino U – Udine V – Venezia Z – Zara (o zeta)
Un esempio con il nome Mario: Milano-Ancona-Roma-Imola-Otranto
Le altre lettere, che vengono usate poco, sono:
J – i lunga K – kappa W – doppiavù X – ics (o xilofono) Y – ipsilon
Ci sono in Italia città che sono diventate famose grazie a questo elenco, come Domodossola!
I saluti: Inizio, neutro: Buon giorno (mattina), Buona sera (pomeriggio-sera) Inizio, informale: Ciao!, Salve! Fine, formale: Arrivederci! (singolare e plurale), Arrivederla! (singolare) Fine, neutro: Buona notte Fine, informale: Ciao!, A presto!, A domani!, Alla prossima!, Ci vediamo!
Come presentarsi: Domanda informale: Ciao, sono …. e tu? Domanda formale: Buongiorno / Buonasera, sono …, Lei? Risposta formale: Sono …, piacere di conoscerLa. / Sono …, piacere. Risposta informale: Sono …, piacere.
Scusarsi: Formale: Mi scusi!, Scusi!, Mi dispiace! Informale: Scusa!, Mi dispiace!
Rispondere alle scuse: Formale: Prego!, Nessun problema!, Di nulla!, Di niente! Informale: Prego!, Nessun problema!, E’ tutto a posto!, Di nulla!, Di niente!
Come si chiama l’attenzione: Formale: Scusi!, Mi scusi! Informale: Scusa!
Come si risponde ad un’offerta: Positivo, formale: Sì, grazie!, Sì, La ringrazio!, (molto) Volentieri, grazie! Negativo, formale: No, grazie!, No, La ringrazio Positivo, informale: Sì, grazie!, Sì, ti ringrazio!, (molto) Volentieri, grazie! Negativo, formale: No, grazie!, No, ti ringrazio!
Come si risponde ad un ringraziamento: Formale / informale: Prego!, Non c’è di che!, Di nulla!, Di niente! Al supermercato / Negozio e quando qualcuno fa un lavoro per noi, si risponde sempre: Grazie a Lei!
Come si chiedono e come si danno le informazioni personali:
– Come ti chiami? – Mi chiamo Grammaticus. / Sono Grammaticus.
– Quanti anni hai? – Ho 60 anni. / Ne ho 60.
– Di dove sei? / Da dove vieni? – Sono italiano. / Vengo dall’Italia.
– Di che nazionalità sei? – Sono italiano.
– Che lavoro fai? / Qual è il tuo lavoro? / Che fai nella vita? – Sono insegnante. / Lavoro come insegnante.
– Come stai? / Come va? – Sto bene / benissimo / tutto bene / solo un po’ stanco / va tutto bene / così così