Categorie
Grammatica - Spiegazione di liv. medio

Gli usi di CI e NE

“Ci” e “ne” sono due particelle molto difficili per gli studenti di italiano come lingua straniera. Vediamo che regole seguono.

♦ Gli usi di ci:

– Pronome riflessivo
es:
Ci vediamo domani!
Ci chiamano i ragazzi impossibili!
Generalmente noi ricci non ci pettiniamo mai.

– Pronome diretto (noi)
es:
Qualcuno ci ama!
Marco ci ha visto mentre entravamo nel bar.

– Pronome indiretto (a noi)
es:
Ci dai un consiglio?
Ci ha detto cosa dovevamo fare.

– Ci + essere = esistere, essere presente
es:
C’è qualcuno che mi aiuta?
Ci sei domani sera?

– Ci pleonastico (cioè superfluo, si può anche non mettere)
es:
Non ci vedo più!
Io non ci capisco niente.
Qui non ci sono mai stato!
Dove sono le mie chiavi? Ce le hai tu?

– Ci che vuol dire ad una cosa / ad una persona
es:
Non importa se sei stanco, pensaci.
Il tuo comportamento è insopportabile e io non mi ci abituerò mai!
Ogni domenica dice di andare a vedere la partita, ma io non ci credo più.

– Ci che vuol dire con qualcosa / con qualcuno
es:
Ieri ho visto Carlotta, ci ho parlato un po’.
Ha un paio di occhiali da sole nuovi e ci va in giro anche quando piove!

– Ci che vuol dire in un luogo
es:
No, non andrò alla festa di Marcello, ci sono già stato l’anno scorso e mi sono annoiato.
Hai saputo dell’incontro con Mauro? Ci vai anche tu?

– Ci con espressioni particolari
es:
Ci vogliono quattro secondi per arrivare alla porta, qualcuno ce ne mette tre. Io te ne do due.
Sono stanco, non ce la faccio più!

♦ Gli usi di ne:

– Ne partitivo
es:
Quanti anni hai? Io ne ho 83.
Vuoi un po’ di vino? Io non ne bevo più.
I Cd erano in offerta e ne ho comprati 3.

– Ne che vuol dire di qualcosa / di qualcuno
es:
Mi dispiace per quello che è successo. Ne ha parlato con Gianmaria?
Dopo come si è comportato sai che ti dico? Non ne voglio più sapere!
Volevo darti dei soldi, ma non ne avevo più nel portafoglio.

– Ne che vuol dire da un luogo / da una situazione
es:
Me ne vado con la gioia nel cuore!
Capisco che ti trovi in una brutta situazione, ma cerca di uscirne.


Esercizi grammaticali

Vedi anche:
 –Essere e stare (Usi e differenze)
– Connettori testuali (Nessi per proposizioni esplicite)
– Avverbi con preposizioni
– Verbi con preposizioni

Categorie
Grammatica - Spiegazione di liv. medio

Connettori testuali – Nessi per proposizioni esplicite

Per costruire un discorso articolato è importante utilizzare i connettori testuali, che hanno varie funzioni. Qui di seguito viene proposto un utile elenco:

Congiuntivi:
e, anche, inoltre, pure, né, neanche, nemmeno, neppure

Disgiuntivi:
o, oppure

Temporali:
quando, mentre, non appena, finché

Causali:

poiché, perché, giacché, siccome, dato che, visto che, dal momento che

Finali:
affinché, perché, al fine di, per

Modali:
nel modo che, in qualunque modo, comunque, nella maniera che, nel senso che

Di conseguenza:
perciò, quindi, dunque, per questo motivo

Correlativi:
sia… sia, né… né, così… come, non solo… ma anche

Di esemplificazione:
per esempio, in questo modo, così, come, infatti, vale a dire, ossia, cioè, in altre parole

Concessivi:
sebbene, anche se, per quanto, benché, nonostante che

Condizionali:
purché, qualora, supposto che, nel caso che

Di contrasto:

tuttavia, eppure, invece, nonostante ciò, eppure, al contrario, tuttavia, anzi, ma, però

Limitativi:
fuorché, tranne, tranne che, per quanto, eccetto che,

Conclusivi:
insomma, quindi, pertanto, perciò

Per ordinare gli argomenti:
in primo luogo… in secondo luogo… infine, prima di tutto… poi…, innanzitutto…secondariamente.., l’aspetto principale è… un aspetto ulteriore…

Categorie
Grammatica - Spiegazione di base Grammatica - Spiegazione di liv. medio

La punteggiatura

La punteggiatura è la parte della grammatica che regola i segni della scrittura. La punteggiatura è importante perché, oltre a comunicare il senso della frase, ci aiuta a capire meglio il tono con cui leggere il testo.

Prima di tutto, va detto chiaramente che il testo scritto è diverso dal discorso parlato. Nel parlato possiamo permetterci una maggiore incoerenza, interruzioni, divagazioni, enfasi e toni particolari. Non sempre lo scritto può ricalcare efficacemente il parlato senza perdere chiarezza.
La correttezza grammaticale non è un capriccio, ma serve appunto a questo: a rendere il testo chiaro e comprensibile per tutti i parlanti.

In italiano i segni sono:

il punto .
la virgola ,
il punto e virgola ;
due punti :
il punto esclamativo !
il punto interrogativo ?
puntini di sospensione …
le virgolette « » o ” ” o ‘ ‘
la barra /
le parentesi tonde ( )
le parentesi quadre [ ]

Come si usano?

Il punto

Il punto è una pausa lunga e serve a chiudere e a separare frasi che hanno concetti differenti.
Le parole che seguono devono cominciare con la lettera maiuscola.
Il punto può essere anche usato per abbreviare delle parole come: 
professore (prof.), dottore (dott.), signore (Sig.) ecc…

La virgola

La virgola è uno dei segni che dà più difficoltà. La virgola è una piccola pausa, serve a indicare i per la respirazione, a dare risalto ad alcune parti della frase, ma ha le sue regole. Come gli altri punti, lo spazio deve seguire la virgola e non precederla.
La virgola si usa:
con le parti della frase che si ripetono (es: gruppo di soggetti, gruppo di verbi o gruppo di complementi)
– gruppo si soggetti  
es: Marco, Paola e Chiara suonano il violino.
– gruppo di verbi 
es: Marco suona, compra e vende i violini.
– gruppo di complementi   
es: Marco suona il violino, il violoncello e il pianoforte. 
con un vocativo (cioè quando ci si rivolge a qualcuno direttamente)
es: → Silvia, ti ricordi ancora?
→ Giacomo, non mi ricordo!
→ Ragazzi, di che cosa parlate? 
con gli incisi (frasi con verbo che si inseriscono in altre frasi per aggiungere delle informazioni)
es: → Antonio, che è stato mio amico all’università, si è sposato oggi!
→ Ho visto Miranda, che è venuta alla cena lunedì, e stava bene.
→ Ho comprato una Ferrari, costata un milione di euro, e sono soddisfatto! 
con un’apposizione (che è simile all’inciso ma serve a specificare una parola e non ha verbo)
es:→  Mina, la celebre cantante di Cremona, ha deciso di fare un nuovo disco.
→  Monica Bellucci, attrice, tornerà al cinema con James Bond.
→ Laura Pausini farà una canzone con Giorgia, sua grande amica. 
dopo sì e no
es: → Vieni? Sì, vengo!
→ Dormi? No, sono sveglio.
→  Viene? Credo di sì: verrà. 

NON si usa: 
tra soggetto e verbo
es:→ Marco, suonava il violino. – NO
→ Marco suonava il violino. – SI

→ Marco e Giada, suonavano il violino. – NO
→ Marco e Giada suonavano il violino. – SI

→ Marco, Paola e Chiara, suonano il violino. – NO
→ Marco, Paola e Chiara suonano il violino. – SI 

tra soggetto e complemento
es:→ Marco suonava, il violino. – NO
→ Marco suonava il violino. – SI

→ Marco suonava, il violino e il violoncello. – NO
→ Marco suonava il violino e il violoncello. – SI

→ Marco suonava, il violino, il violoncello e il pianoforte. – NO
→ Marco suonava il violino, il violoncello e il pianoforte. – SI 

tra un nome e il suo aggettivo
es:→ Il film, italiano ha avuto grande successo. – NO
→ Il film italiano ha avuto un grande successo. – SI

→ Il film italiano ha avuto un grande, successo. – NO
→ Il film italiano ha avuto un grande successo. – SI 

normalmente con le congiunzioni come: e, né, o, ma
es:→ Vado a Roma, e a Milano. – NO
→ Vado a Roma e a Milano. – SI

→ Non mangio, né carne, né pesce – NO
→ Non mangio né carne né pesce – SI
ATTENZIONE! 
Come faccio a mettere in evidenza una parte della frase?
La frase: Marco suona il violino.
→ (domanda: chi suona il violino?) E’ Marco che suona il violino.
→ (domanda: chi suona?) Marco. (lui) suona il violino.
→ (domanda: che hobby avete?) Marco suona. Il violino, per esempio.
→ (domanda: che cosa suona Marco?) Il violino. Marco suona il violino. 

La frase: Marco suona un vecchio violino
→ Marco suona un “vecchio” violino (in senso figurato: in realtà non è vecchio)
→ Marco suona un violino. Vecchio. (l’aggettivo vecchio qui vuole sorprendere/contraddire)
→ Marco suona un (vecchio!) violino. (tra le cose particolari che fa, Marco suona un vecchio violino)

Il punto e virgola

Il punto e virgola è un segno nato in Italia nel ‘500. Il suo inventore è stato Aldo Manuzio. Oggi, si usa sempre meno. Il punto e virgola indica una pausa intermedia tra la virgola e il punto e si usa quando gli elementi da separare non sono parole ma frasi subordinate o gruppi complessi. Viene ormai sostituito dal punto o dalla virgola in molti casi.
es: Dobbiamo capire quel che c’è da fare; quel che ci si aspetta che noi facciamo di volta in volta; la libertà e l’autonomia che ci vengono garantiti, a noi tutti, senza distinzioni di grado, per non scoprirlo da soli in seguito.

I due punti

I due punti si usano in tre casi. 

nel discorso diretto
es:→ Antonio mi ha detto: “Basta! Tra noi è finita”.
→ Gli ho risposto: “Io ti amo ancora”.
→ Lui mi ha allora sussurrato: “Andiamo a mangiare dal cinese?” 

con gli elenchi ed enumerazioni
es:→ Devo comprare: pasta, pane, uova, latte, zucchero e farina.
→ Gli invitati sono: Armando, Francesca, Giosuè, Piero e Monica.
→ Per essere felice mi basta poco: una villa, una Ferrari, un milione di euro in banca ecc… 

quando la frase che segue è una spiegazione, un’argomentazione o una descrizione
es:→ Avevo bisogno di vederti: senza di te mi manca l’aria.
→ Ti scrivo una lettera: è l’unico modo di dirti quel che penso.
→ Ho cominciato una dieta: nell’ultimo mese sono ingrassato 6 chili!

Il punto esclamativo

Il punto esclamativo segue le regole del punto ma evidenzia una certa emozione. Un punto esclamativo è sufficiente!
es: → Ti ho visto con Marina!
→ Sei un cafone!
→ Che bello!

Il punto interrogativo

Il punto interrogativo segue le regole del punto ma serve a formulare una domanda diretta. Un punto interrogativo è sufficiente.
es:→ Mi hai visto con Marina?
→ Sono un cafone?
→ Bello, no?

I puntini di sospensione

puntini di sospensione servono a sospendere una frase, lasciar intuire qualcosa senza dirlo. Sono tre. I puntini di sospensione non sostituiscono la virgola e non andrebbero usati frequentemente.
es:→ Marco, se tu mi amassi io…
→ Tu…?
→ Io… no, non lo posso dire!

Le virgolette

Le virgolette vanno messe prima della parola e prima e dopo le virgolette serve uno spazio.
Le virgolette si usano: 
per aprire e chiudere il discorso diretto
es: Mi ha detto: “Tra noi è finita!” 

per fare una citazione
es: Siamo stati nel ristorante dove “nulla serve e nulla manca”, come dicevi tu. 

per nominare i titolo 
es: Il nuovo libro di Susanna Tamaro si chiama “Cuore di ciccia”.

La barra

La barra serve a esprimere un’alternativa tra due parole. Con la barra non si usano spazi.
es: → Cercasi uomo/donna per lavoro stagionale.
→ Avrei bisogno di un appartamento centrale e/o economico.

Le parentesi tonde

Le parentesi tonde si usano con gli incisi (frasi con verbo che si inseriscono in altre frasi per aggiungere delle informazioni). Le informazioni all’interno della parentesi non devono essere necessarie per capire il testo.
es: Ieri sera (Giorgio non c’era) ho visto un film interessante sui dinosauri!

Le parentesi quadre

Le parentesi quadre si usano per delle note nei testi tipografici. Con tre puntini di sospensione all’interno […] vuol dire che nella citazione inserita manca una parte di testo.
Categorie
Grammatica - Spiegazione di base Grammatica - Spiegazione di liv. medio

Accento, troncamento ed elisione

In questa scheda ci sono tre argomenti collegati:

Accento – Troncamento – Elisione – Con o senza apostrofo?

Accento

L’accento, in italiano, può essere tonico o grafico.
L’accento tonico dice come si pronuncia una parola.
In base all’accento possiamo dividere le parole in:
– tronche – con l’accento sull’ultima sillaba
→ es: città, caffè, avrò
– piane – con l’accento sulla penultima sillaba
→ es: amico, lavoro, casa
– sdrucciole – con l’accento sulla terzultima sillaba
→ es: albero, piacevole, comodo

L’accento tonico non segue delle regole precise. L’accento grafico è l’accento che si scrive.
In italiano abbiamo due accenti: acuto e grave.
Con l’accento acuto la vocale si pronuncia chiusa, con l’accento grave la vocale si pronuncia aperta.
L’accento acuto lo troviamo scritto solo con la vocale: é
es: perché, finché, ventitré
L’accento grave lo troviamo scritto con tutte le vocali: à è ì ò ù
es: parlerà, caffè, lunedì, andrò, Cefalù 

L’accento grafico segue alcune regole.
In italiano l’accento si scrive sulle parole tronche che hanno due o più sillabe.
es: città, vicerè, nontiscordardimè 
Si scrive sui monosillabi con due vocali:
es: ciò, già, giù, più, può
(ATTENZIONE! Non si scrive su: qui e qua
Si scrive sui monosillabi con una vocale SOLO per distinguere due parole identiche (omografe). 
– si scrive:
 (terza persona singolare del verbo dare)per essere diverso da: da (preposizione semplice) 
– si scrive:
 (vuol dire giorno)per essere diverso da: di (preposizione semplice) 
– si scrive:
è (terza persona singolare del verbo essere)per essere diverso da: e (congiunzione) 
– si scrive:
 (avverbio di luogo)per essere diverso da: la (articolo semplice) 
– si scrive:
 (avverbio di luogo)per essere diverso da: li (pronome diretto) 
– si scrive:
 (congiunzione)per essere diverso da: ne (partitivo) 
– si scrive:
 (pronome personale) per essere diverso da: se (congiunzione) 
– si scrive:
 (affermazione)per essere diverso da: si (particella pronominale) 
ATTENZIONE! NON si usa l’accento con questi monosillabi:
– so (prima persona del verbo sapere)
– do (prima persona del verbo dare)
– fa (terza persona del verbo fare)
– va (terza persona del verbo andare)
– sto (prima persona del verbo stare)
– sta (terza persona del verbo stare) 

Per aiutarci, possiamo ricordare la filastrocca degli accenti insegnata ai bambini in Italia:
Su qui e qua l’accento non va, su lì e su là l’accento ci sta, su me e su te l’accento non c’è e non lo vuol su ma lo vuol giù e lo vogliono pure lì, là, più.

Troncamento

Il troncamento (chiamato anche apocope) è l’eliminazione di una vocale o consonante o sillaba alla fine di una parola. Questa eliminazione è sempre con parole al SINGOLARE e può esserci anche davanti a consonante.
es:
– uno → un uomo, un gatto, un amico
– bello → bel ragazzo, bel viso, bel bambino
– fin → fin ora, fin qui, fin quando
– quale → qual è, qual ragazzo, qual buon vento
– santo → san Pietro, san Tommaso, San Francesco  

Il troncamento NON vuole l’apostrofo.

Elisione

L’elisione è l’eliminazione di una vocale alla fine di una parola, davanti ad un’altra parola che comincia per vocale. Anche questa eliminazione è sempre con parole al SINGOLARE ma NON può esserci davanti a consonante.
es:
– lo → l’uomo, l’amico, l’olio
– la → l’amica, l’armonia, l’amaca
– bello →  bell’amico, bell’angelo, bell’amore

L’elisione vuole l’apostrofo.

Si scrive con l’apostrofo?

Se abbiamo dubbi davanti ad alcune parole e non sappiamo se mettere l’apostrofo o no facciamoci questa domanda: posso usare la stessa parola davanti ad una consonante? Se la risposta è sì, l’apostrofo non va.
ATTENZIONE!
Ci sono delle parole tronche che si scrivono con l’apostrofo perché seguono delle regole più complesse. Non sono molte, quindi è meglio impararle così.
–  di’ (imperativo del verbo dire)
– da’ (imperativo del verbo dare)
 fa’ (imperativo del verbo fare)
– a mo’ di (per dire: come)
– un po’ di (per dire: una piccola quantità di)
– sta’ (imperativo del verbo stare)
Categorie
Grammatica - Spiegazione di liv. medio

Avverbi con preposizioni

Alcuni avverbi e alcune espressioni usano le preposizioni semplici e articolate. Si parla, in questo caso, di preposizioni improprie e locuzioni prepositive. Non c’è una regola precisa, quindi vi proponiamo una lista delle locuzioni più usate.

a causa diA causa della pioggia, non siamo potuti uscire.
a favore diSono a favore del voto elettronico.
a forza diA forza di ridere mi gira la testa!
a proposito diA proposito di ieri, voglio chiederti scusa.
accanto aAccanto alla farmacia c’è un tabaccaio.
al di là diAl di là del ponte c’è un ospedale.
al di qua diAl di qua del fiume c’è la nostra casa.
allo scopo diHo scritto degli appunti allo scopo di ricordare tutto.
attraversoAttraverso la letteratura scopro nuovi mondi.
contrariamente aContrariamente a quel che pensi, io non ho paura.
contro (di + pronome)Contro il fuoco non basta l’acqua. / Non ho niente contro di voi.
davanti aDavanti a te c’è un’altra vita.
dentro (di + pronome)Dentro casa fa caldo. / Dentro di me ci sono mille paure.
di fronte aNon ti fermi di fronte a niente, vero?
dietro (di + prenome)Dietro ogni uomo c’è una gran donna, ma dietro di lei?
dopo (di)Dopo la pioggia esce il sole. / Io vengo dopo di te.
durante ilDurante la vacanza in Sicilia mi sono divertito.
entro ilDevi consegnare il documento entro il 15 luglio.
fino aResto fino alle 18.
fuori daHo messo il vaso fuori dalla finestra.
in base aIn base alle tue necessità, possiamo cambiare destinazione.
in cambio diTi do il mio dizionario in cambio del tuo, accetti?
in compagnia diSiamo andati a cena in compagnia dei suoi colleghi.
in confronto aIn confronto a te, Tarzan era un gentiluomo!
in mezzo aIn mezzo a questa gente non possiamo parlare.
in quanto aIn quanto a eleganza sei imbattibile!
insieme aInsieme a Marco non ci sto più.
invece diInvece di lavorare, perdi tempo.
lontano daQuando sono lontano da casa sono triste.
lungo ilLungo la trada ci sono molti bar.
malgradoMalgrado la cena terribile, siamo stati bene.
nonostanteNonostante tutto, ci ambiamo ancora.
oltre (luogo)Non posso andare oltre questi ostacoli.
oltre a (aggiunta)Oltre a Paolo chi viene?
presso ilIl mio ufficio si trova presso l’Istituto Italiano.
prima diPrima di venire, hanno comprato i pasticcini!
secondo ilSecondo me, sbagli.
senza (di + pronome)Senza amore non si vive e senza (di) te non vivo io.
sopra (di + pronome)Sopra il tavolo c’è l’ombrello ma sopra di noi non ci sono nuvole.
sotto a (di)Il telecomando è sotto al divano. 
tranne/eccetto/escluso ilChi mi dice ti amo, escluso il cane?
verso (di)Se vai verso Milano, trovi la nebbia. / Le api vengono verso di noi!
vicino aVicino al fiume è umido.

Esercizi grammaticali

Vedi anche:
Preposizioni semplici e articolate
Preposizioni di tempo
Preposizioni di luogo
Verbi con le preposizioni

Categorie
Grammatica - Spiegazione di liv. medio

Verbi con preposizioni

Alcuni verbi usano le preposizioni semplici e articolate. Non c’è una regola precisa, quindi vi proponiamo una lista di verbi più problematici.

abituarsi a fare qualcosaNon mi sono abituato a mangiare alle 3!
accettare di fare qualcosaNon accettiamo di parlare con voi.
aiutare qualcuno a fare qualcosaPosso aiutarti a portare la valigia?
andare a fare qualcosaVado a preparare la cena.
appartenere aL’auto appartiene a mia moglie.
avere fiducia inNon ho fiducia in lui.
avere voglia diHo voglia di mangiare un gelato.
avvicinarsi aCi siamo avvicinati a casa per cena.
cercare di fare qualcosaCerco di risponderti quando posso.
cercare qualcosaCerco le chiavi ma non le trovo!
chiedere a qualcuno di fare qualcosaHo chiesto a Gabriele di scrivermi una cartolina.
cominciare a fare qualcosaComincio a stancarmi.
concentrarsi suMi devo concentrare su questa revisione.
condividere conHo condiviso con Simone tutta la mia giovinezza.
consigliare a qualcuno di fare qualcosaHo consigliato a Luca di andare da uno psicologo.
contare di fare qualcosa
(pensare di fare qualcosa)
Conto di finire queste tabelle questa sera.
contare su qualcuno
(avere fiducia in qualcuno)
Pietro, puoi contare su di me!
continuare a fare qualcosaNon puoi continuare a prendermi in giro!
credere a
(prendere per vero qualcosa)
Non credo a Matteo dopo quello che ha fatto.
credere in
(avere fiducia)
Enrico, io ho fiducia in te.
decidere diHo deciso di prendermi una lunga vacanza.
desiderare qualcosaDesideriamo un Natale sereno.
educare qualcuno a fare qualcosaDevi educare Alfredo a non mangiare con le mani.
essere degno di fare qualcosaNon sei degno di rappresentare questa azienda!
essere in grado diSono in gradi di decidere autonomamente.
evitare di fare qualcosaNon puoi evitare di urlare quando parli?
fare a meno di fare qualcosaNon posso fare a meno di mangiare cioccolata.
fingere di fare qualcosaFingi di ascoltarmi?
imparare a fare qualcosaOggi ho imparato a fare la costata di fragole!
imparare qualcosaHo imparato le sue poesie a memoria.
impegnarsi con qualcuno a fare qualcosaMi impegno a studiare di più!
iniziare a fare qualcosaLunedì inizio a studiare portoghese.
mandare qualcuno a fare qualcosaNon puoi mandare tuo figlio a prendere il latte?
mettersi a fare qualcosaSe mi metto a raccontarti tutto, non finisco più.
negare di aver fatto qualcosaNego di averti risposto male.
pensare aHo pensato a te tutto il giorno!
pensare diPenso di andare a mangiare tra pochi minuti.
restare a fare qualcosaSiamo rimasti a parlare tutta la notte!
riuscire a fare qualcosaNon riesco a cucinare la carbonara.
sbrigarsi a fare qualcosaMi sbrigo a fare la spesa e arrivo.
venire a fare qualcosaVengo a cucinare a casa tua, posso?

Esercizi grammaticali

Vedi anche:
Preposizioni semplici e articolate
Preposizioni di tempo
Preposizioni di luogo
Avverbi con le preposizioni